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Alexandria Book Library

Le collane


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    Cosa c’è di meglio che perdersi e ritrovarsi, cosa c’è di meglio che guardare i luoghi dall’alto e leggere, fra le strade, percorsi e storie. La collana di topografia racconta le città e i luoghi attraverso la cartografia e la topografia, un racconto non freddo ma denso di storia e storie, con i percorsi architettonici, storici, monumentali, archeologici, naturalistici che si snodano nell’urbanistica e nella topografia sedimentata nei secoli nei centri storici e negli ultimi anni nelle periferie.

    Formati dall’A3 a mo’ di planning, al 68x48 al 70x100..


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    La piccola patria, l’Heimat, il campanile, non possono essere luogo di chiusura, soprattutto in un periodo in cui la globalizzazione risente di un pesante quanto meritato riflusso.

    Studiare, ricercare, custodire la memoria, attraverso studi che abbiano dimensione e dignità storiografica e storica, con criteri scientifici, è un modo per dare e offrire altrettanta dignità e rispetto alla propria piccola patria, alla storia patria e alla comunità intera.


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    Collana diretta da Laura Marchetti e dotata di comitato scientifico. Issn 2612-680X.


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    Collana di Storia e filosofia


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    Le carte parlano, i documenti parlano, gli archivi parlano, tutto sta ad interrogarli e saperli ascoltare, saperli leggerli e farli parlare. La collana Dalle fonti d’archivio invita lo studioso a pubblicare, con rigore scientifico, documenti depositati nei muti archivi per renderli loquaci, e attraverso essi, con l’opportuno intervento di ricerca e di interpretazione, raccontare vicende e periodi, epoche e fatti, uomini e anni.


    Chiedete, e vi sarà risposto.

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    Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (Matteo 4,3-4)

    Così risponde Gesù Cristo al tentatore, quando quello gli dice: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane».

    Di Ogni Parola, nessuna esclusa.

    Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuota, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata (Isaia 55, 11)

    La riflessione sulla Bibbia e sui Vangeli, la riflessione sulla fede, sulla religione, al di là di preoccupazioni confessionali, la riflessione sulla relazione che ognuno ha con questi argomenti, merita sempre di essere raccontata, indipendentemente che si sia religiosi o laici, o ci si ritenga laici, religiosi, credenti, atei, agnostici, e quanto altro nel dizionario. E di fronte a Matteo e Isaia possono ritornare in mente Marx, Saussaure, Chomsky e chi più ne ha più ne metta.


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    La Collana Di Terra Di Mare nasce dalla volontà di raccontare e promuovere il territorio pugliese, sia dal punto di vista culturale e letterario che dal punto di vista turistico. Si tratta di una forma innovativa di racconto che prevede una narrazione dei luoghi del territorio, luoghi geografici e dell’anima, che non trova spazio nei consolidati circuiti della promozione territoriale classica, ma che può a pieno titolo proporsi secondo il genere narrativo.

    Questa formula l’abbiamo chiamata tourist telling, ovvero story telling applicato al racconto dei territori, in forma narrativa (fiction, racconto, ecc.) ed in prospettiva turistica (ma non vincolante). Una specie di produtc placement letterario dei luoghi, in buona fede e dichiarato, ma fatto ad uso del lettore e del viaggiatore; un racconto dei luoghi attraverso storie che li fanno parlare tra finzione narrativa e ambientazioni reali, posti, vicende, personaggi, situazioni, paesaggi, tradizioni. Questi luoghi da raccontare tanto nella loro totale verità quanto nella loro tipicità e magia, nel loro lato meno conosciuto e dunque più suggestivo, sono narrati con un’attenzione particolare al viaggiatore/turista al quale piace leggere, ed al lettore al quale piace viaggiare.


    In sintesi: dedicato a chi mette il libro nello zaino con la colazione a sacco.
    Di Terra Di Mare è il primo esperimento concreto di tourist telling in Italia.


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    La Collana Di Terra Di Mare nasce dalla volontà di raccontare e promuovere il territorio pugliese, sia dal punto di vista culturale e letterario che dal punto di vista turistico.

    La collana Di Terra Di Mare – Le Favole arricchisce il progetto con l’attenzione dedicata ai bambini. Favole che raccontano la magia dei luoghi ed il mondo interiore (ed esteriore) dei piccoli lettori.
    Una forma innovativa di racconto che prevede una narrazione dei luoghi del territorio, geografici e dell’anima, che non trova spazio nei consolidati circuiti della promozione territoriale classica. Luoghi da raccontare tanto nella loro totale verità quanto nella loro tipicità e magia, nel loro lato meno conosciuto e dunque più suggestivo, narrati con un’attenzione particolare al viaggiatore/turista al quale piace leggere, ed al lettore al quale piace viaggiare.


    Sempre dedicato a chi mette il libro nello zaino con la colazione a sacco. Per i più piccoli, nello zainetto, affianco al libro c’è la merenda. 


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    E’ necessario offrire testimonianza, diceva Socrate a chi gli chiedeva del suo impegno. Una forma essenziale di testimonianza, a futura memoria ma anche perché essa (la memoria) si risvegli, è quella di mettere nero su bianco e conservare i documenti: epistolari, relazioni, studi, ricerche, analisi, testi, e quanto altro abbia valore documentario.


    Questa collana prova a raccontare attraverso i documenti, essenzialmente di ambito pubblicistico, ma non solo.


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    Storie magiche che aiutano i bambini ad entrare in contatto con se stessi e con il mondo. Narrazioni semplici ma creative abbinate ad illustrazioni di grande suggestione. Ma anche storie "filosofiche", pensate e scritte per aiutare i più piccoli a confrontarsi con le grandi (e piccole) questioni della vita, della natura, del mondo. Ispirate alla "philosophy for children", integrate con schede di supporto filosofico, queste "favole" invitano a comprendere che ascoltare storie aiuta a stare meglio, ma anche suggeriscono percorsi di comprensione e di riflessione se guindati nella lettura da qualche adulto di buona volonta.

    Perché una "fabula" è una è sempre una "fabula" ed è sempre vagabonda, anche quando dice di essere ... leggermente ... filosofica.


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    Parlano le immagini e raccontano storie. La collana Immagini e Storie, mediante l’opportuna ricerca iconografica e storica, fa parlare le immagini nella ricostruzione visiva di vissuti, vicende, personaggi, città.

    Attraverso il racconto per immagini, che siano cartoline o fotografie o fumetti o disegni o quanto altro, e l’opportuna ricerca bibliografica, è possibile raccontare un mondo, tanto personale che pubblico, così come una vita o un’epopea di un singolo o di una comunità.


    Il rigore delle immagini è eloquente quanto quello della parola.


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    … Quella parte del giorno che da noi chiamano la controra, l’ora avversa, quando il sole ha appena cominciato la china

    Lo scrittore e intellettuale lucano Leonardo Sinisgalli, nel racconto Gallo Reale, rappresenta sapientemente la controra, il momento per elezione dell’otium mediterraneo che produce da sempre, fra il bagliore del sole sulla calce e l’ombra dei muri a secco, l’occasione migliore per raccontare.


    La collana La Controra è dedicata alla narrativa in forma di racconto, breve, medio o lungo che sia. Nell’auspicio di riuscire a narrare, prima o poi, il moto del sole che ha appena cominciato la china.


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    L'auto-aiuto nell'occidente globalizzato resta uno dei criteri estremi per salvare la pelle e l'anima. Noi, con questa collana di self-help, ci proviamo, ad andare in soccorso del cittadino normale, della persona, di ognuno di noi che nel rumore della connessione imperante a volte ha bisogno di una piccola spintarella, di quelle buone, per risolvere problemi che spesso non riesce nemmeno a formulare.


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    Poeticamente abita. Collana dedicata alla Poesia.

    Pieno di merito, ma poeticamente abita, l'uomo, su questa terra Voll verdienst, doch dichterisch, wohnet der Mensch auf dieser Erde

    è il distico tratto dalla poesia di Holderlin Poeticamenta abita l'uomo, scelto da Martin Heidegger come detto guida in Hölderlin und das Wesen der Dichtung, testo fondamentale del 1936, in italiano Hölderlin e l’essenza della poesia (in La poesia di Hölderlin, Adelphi, Milano 1988), ed anche in Vorträge und Aufsätze, 1957 (Saggi e discorsi, Mursia Editore, 1976).
    Se il linguaggio è la casa dell'essere, è in tale dimora che abita l'uomo, ed i poeti ne sono i custodi (Brief über den Humanismus, 1947; in italiano: Lettera sull'Umanesimo, Milano, Adelphi, 1995).

    La collana è dedicata a tutti coloro i quali, con la poesia, vogliono abitare il mondo.

     


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    Pieno di merito, ma poeticamente abita, l'uomo, su questa terra Voll verdienst, doch dichterisch, wohnet der Mensch auf dieser Erde

    è il distico tratto dalla poesia di Holderlin Poeticamenta abita l'uomo, scelto da Martin Heidegger come detto guida in Hölderlin und das Wesen der Dichtung, testo fondamentale del 1936, in italiano Hölderlin e l’essenza della poesia (in La poesia di Hölderlin, Adelphi, Milano 1988), ed anche in Vorträge und Aufsätze, 1957 (Saggi e discorsi, Mursia Editore, 1976).
    Se il linguaggio è la casa dell'essere, è in tale dimora che abita l'uomo, ed i poeti ne sono i custodi (Brief über den Humanismus, 1947; in italiano: Lettera sull'Umanesimo, Milano, Adelphi, 1995).

    La collana è dedicata a tutti coloro i quali, con la poesia, vogliono abitare il mondo.


    La collana Poeticamente abita - Le Radici, è dedicata alla poesia in dialetto. Per raggiungere il Cielo dobbiamo avere ben forti radici nella Terra. Ciò che è radicato nella terra sulla quale viviamo e siamo nati è ciò che ci appartiene originariamente. Ma prima della terra c’è la “Lingua”. In questa collana “Le Radici” intendono essere sinonimo di apertura, un’occasione di confronto con “radici” altre, prossime e diverse, dove ognuna esprime la propria dignità originaria di differenza. Conoscere la propria “differenza” è paritario atto di scambio e, dunque, atto creativo e di crescita.


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    Pieno di merito, ma poeticamente abita, l'uomo, su questa terra Voll verdienst, doch dichterisch, wohnet der Mensch auf dieser Erde

    è il distico tratto dalla poesia di Holderlin Poeticamenta abita l'uomo, scelto da Martin Heidegger come detto guida in Hölderlin und das Wesen der Dichtung, testo fondamentale del 1936, in italiano Hölderlin e l’essenza della poesia (in La poesia di Hölderlin, Adelphi, Milano 1988), ed anche in Vorträge und Aufsätze, 1957 (Saggi e discorsi, Mursia Editore, 1976).
    Se il linguaggio è la casa dell'essere, è in tale dimora che abita l'uomo, ed i poeti ne sono i custodi (Brief über den Humanismus, 1947; in italiano: Lettera sull'Umanesimo, Milano, Adelphi, 1995).

    La collana è dedicata a tutti coloro i quali, con la poesia, vogliono abitare il mondo.


    La collana Poeticamente abita - Perché i poeti, riprende un secondo fondamentale detto di Holderlin nella elegia Brot und Wein (Pane e vino) pensato da Heidegger nel testo Perché i poeti?, del 1946, inserito in Holzwege, 1950 (Sentieri interrotti, La Nuova Italia, 1968).
    E perché i poeti [wozu Dichter] nel tempo della povertà? Questa la domanda.
    Il tempo della notte del mondo è il tempo della povertà, … e i poeti seguono le tracce degli Dei fuggiti, restano su queste tracce.


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    Pieno di merito, ma poeticamente abita, l'uomo, su questa terra Voll verdienst, doch dichterisch, wohnet der Mensch auf dieser Erde

    è il distico tratto dalla poesia di Holderlin Poeticamenta abita l'uomo, scelto da Martin Heidegger come detto guida in Hölderlin und das Wesen der Dichtung, testo fondamentale del 1936, in italiano Hölderlin e l’essenza della poesia (in La poesia di Hölderlin, Adelphi, Milano 1988), ed anche in Vorträge und Aufsätze, 1957 (Saggi e discorsi, Mursia Editore, 1976).
    Se il linguaggio è la casa dell'essere, è in tale dimora che abita l'uomo, ed i poeti ne sono i custodi (Brief über den Humanismus, 1947; in italiano: Lettera sull'Umanesimo, Milano, Adelphi, 1995).

    La collana è dedicata a tutti coloro i quali, con la poesia, vogliono abitare il mondo.


    La collana Poeticamente abita - Segni e Versi, riprende il tratto color ocra dei segni tracciati nella terra, che restano simili a se stessi dopo un'abbondante pioggia che li bagna; il colore della prima terra che si plasma fra le mani, per produrre qualcosa che prima non c'era, che segna la fabrilità originaria, il fare che diviene, un segno che è racconto, ovvero verso.


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    La Collana Raccontare l'Italia punta a raccontare le innumerevoli Italie che il Belpaese vive, sia dal punto di vista culturale e letterario che dal punto di vista turistico.

    L’approccio è quello del tourist telling, ovvero story telling applicato al racconto dei territori, in una forma narrativa (fiction, racconto, ecc.) ed in prospettiva turistica (ma non vincolante).
    Si tratta di una forma innovativa di racconto che prevede una narrazione dei luoghi del territorio, geografici e dell’anima, che non trova spazio nei consolidati circuiti della promozione territoriale classica, ma che può a pieno titolo proporsi come genere narrativo.
    Una specie di product placement letterario dei luoghi, in buona fede e dichiarato, ma fatto ad uso del lettore e del viaggiatore; un racconto dei luoghi attraverso storie che li fanno parlare tra finzione narrativa e ambientazioni reali, posti, vicende, personaggi, situazioni, paesaggi, tradizioni.
    Questi luoghi da raccontare tanto nella loro verità quanto nella loro tipicità e magia, nel loro lato meno conosciuto e dunque più suggestivo, sono narrati con un’attenzione particolare al viaggiatore/turista al quale piace leggere, ed al lettore al quale piace viaggiare.


    Dedicato a chi mette il libro nello zaino con la colazione a sacco.


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    La capacità di giudizio è … l’elemento specifico del cosiddetto ingegno naturale, la cui mancanza non può trovare alcun rimedio nella scuola. [...] La mancanza di capacità di giudizio è propriamente ciò che si chiama stupidità, e contro tale difetto non c’è assolutamente rimedio. Un cervello ottuso o limitato, cui non manchi nulla se non una misura conveniente di intelletto e una precisione nei concetti dell’intelletto, può certo agguerrirsi con lo studio, sino a raggiungere anche l’erudizione. Tuttavia, poiché in tal caso manca di solito altresí il giudizio (secunda Petri), si incontrano non di rado uomini assai eruditi, che nell’uso della loro scienza lasciano spesso scorgere quel difetto giammai emendabile. I. Kant, “Critica della ragione pura”, Analitica trasc. - Libro II. Introduzione

    Secunda Petri, con quest’espressione Kant intende la questione del Giudizio, ed il difetto di Secunda Petri” è il difetto, la mancanza di “giudizio”.

    L’espressione Secunda Petri rimanda a Pietro Ramo (Pierre de la Ramée, Petrus Ramus 1515-1572) e alla sua Logica, lì dove si identifica nella parte seconda della Logica di Pietro (Ramo), ovvero Secunda Petri, quella parte che affronta la questione del Giudizio, e che Kant cita.

    Questione affrontata, con grande umorismo e saggezza, da L. Scaravelli nei sui Scritti kantiani:

    Abbiamo o non abbiamo il diritto di cadere in difetto di secunda Petri? Cioè a dire: posso io, o, meno modestamente, può un tizio qualunque permettersi d’essere non dico proprio cretino, ma almeno grullo o scemo? Non mi riferisco con questa domanda a ciò che è de facto. La natura, madre generosa, si mostra in questi casi di una fertilità tropicale così lussureggiante da superare ogni immaginazione. Mi riferisco solo a ciò che concerne il problema de iure. L. Scaravelli, Osservazioni sulla “Critica del Giudizio”, capitolo V “Il difetto di Secunda Petri”, in “Scritti kantiani”, La Nuova Italia, 1968, p. 403

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    Specula speculorum è la nostra collana di varia, che non è assolutamente un minus (anzi) in quanto, spesso, le collane vivono solo nella testa degli editori.

    Specula speculorum intende essere, anche, uno specchio dei tempi, un raccordo eterogeneo di riflessioni e interventi, ricerche e narrazioni.

    Uno specchio che dà conto di una realtà in continua mutazione, impossibile da ingabbiare in una categoria o una collana.


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    Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla E’ la frase guida di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il pianista sull’oceano di Alessandro Baricco (“Novecento – un monologo”, 1994)

    Ognuno ha una storia da raccontare, anche se forse non lo sa. Noi lo stiamo ad ascoltare.


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    Ipàzia sacra, bellezza delle parole (Pallada, Antologia Palatina, IX, 400)

    Ipàzia, filosofa neoplatonica erede di Plotino, astronoma, matematica, greca alessandrina della metà del IV secolo d.C., era prima di tutto una donna. Fra le menti più elevate della sua epoca, a capo della scuola di Alessandria, fu uccisa barbaramente da fanatici cristiani nel mese di marzo del 415 d.C. Faceva scandalo la sua filosofia, ma forse ancor di più il suo essere donna con la sua intelligenza superiore, e i suoi assassini fecero in modo da cancellare la sua presenza materiale bruciando il suo corpo.


    Forse le donne hanno da raccontare molto più degli uomini, e ciò che le donne raccontano spesso sono storie non facili.


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    La collana “Viaggiare lentamente” promuove la narrazione dei viaggi lenti, a piedi, in bici, o con qualsiasi altro mezzo "lento", attraverso luoghi e territori ed il loro "genius loci". I testi di “Viaggiare lentamente” condividono la dimensione del “raccontare storie” e non quella del mero reportage di viaggio o resoconto. I testi raccontano storie: storie di viaggi che sono viaggiatori, e di viaggiatori che son viaggi, secondo la lezione di Fernando Pessoa.

    Connessa con le nuove tendenze del viaggiare, del pellegrinaggio e del turismo contemporaneo, esperenziale, non invasivo, sostenibile, “Viaggiare lentamente” intende raccontare dunque non solo il viaggio e il viaggiatore, ma anche l’esperienza che il viaggiare produce nella sua dimensione di “viaggio lento”.
    Una lentezza intesa come possibilità di ritrovare la propria umanità, di vivere secondo il battito del proprio cuore; come capacità di ritrovare un senso comune alle vicende degli uomini e dei paesaggi, un prendersi cura di sé e del prossimo continuando a stupirsi, in sintonia con lo spirito dei luoghi e con la dimensione umana del viaggio. Un viaggiare che produca un contatto diretto fra viaggiatore e luogo, con le persone, le tradizioni, le memorie, le storie.